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ppure di rado. R. Avraham Azulai, parlando dell’intenzione della coppia umana durante l’atto sessuale sostiene: «Il loro desiderio, sia di lui che di lei, era di unire la Shekhinah. Lui diresse [il suo pensiero] a Tif’eret e lei a Malkhut. L’unione di lui era [finalizzata nell’intenzione] di unire la Shekhinah; lei [la donna] diresse [il suo pensiero] proprio come lui, poiché era proprio come la Shekhinah e stava unendosi con suo marito, [la sefirah] Tif’eret».840 Secondo questo o, non soltanto la donna dirige il suo pensiero verso un’entità femminile superna, la Shekhinah, ma la sua intenzione è esplicitamente descritta come uguale a quella del marito. Non meno importante è l’accento posto sul fatto che l’oggetto principale del rituale sia la Shekhinah. Altrove lo stesso cabbalista afferma che con il loro rapporto sessuale sia il marito che la moglie attraggono in basso l’anima.841 Conoscendo le propensioni eclettiche di questo cabbalista, presumo che Azulai non s’inventò questa idea, ma la ereditò da Cordovero o da una fonte più antica, come vedremo fra poco. Molto più influente fu un o che figura in una raccolta di istruzioni luriane compilata intorno all’inizio del XVII secolo. In esso si dice che per concepire un figlio virtuoso è n>>> Idel, Moshe - 6g3d35